«Abbiamo sempre ritenuto l’obbligo del green pass per i lavoratori una misura inutile, ma a questo punto il Governo deve aiutare il nostro settore ad affrontare i riflessi di questa misura. A oggi un 15-20% di dipendenti non dispone del green pass, sostituire i lavoratori è sempre più complicato e l’inverno porterà a nuove perdite di fatturato perché anche tra i clienti in possesso del certificato verde c’è chi preferisce evitare le consumazioni al chiuso. Tamponi gratis, voucher, flessibilità e un canale diretto con chi studia all’alberghiero, sono queste le nostre richieste per garantire una sopravvivenza alla ristorazione». Così Alessia Brescia, portavoce dell’associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., nata a Verona, oltre 2mila imprenditori rappresentati in tutta la regione.
Secondo l’associazione – che in questi giorni ha esposto le proprie riflessioni anche a diverse figure istituzionali tra cui David Di Michele, vicepresidente della Provincia – le soluzioni per aiutare il comparto di fronte all’obbligo del green-pass per i lavoratori sono quattro. Intanto, «tamponi gratuiti nelle farmacie per i lavoratori privi di green-pass». Quindi l’introduzione, sottoforma di misura temporanea, dei voucher, in quanto «strumento che consente le assunzioni in modo regolare ma flessibile». In terzo luogo, Ristoratori Veneto chiede comunque «una riforma completa del contratto nazionale del lavoro: per un imprenditore, oggi, sostituire chi per un motivo o per l’altro rimane a casa, anche attraverso nuove assunzioni, comporta tempi e burocrazie lunghissime». Infine, l’associazione propone una riforma degli istituti alberghieri che preveda «programmi come il tirocinio obbligatorio nei ristoranti per tre o quattro mesi, sulla scia della precedente riforma degli istituti tecnici: una scelta che andrebbe incontro sia agli studenti sia a chi gestisce le attività in quanto anticiperebbe e agevolerebbe il momento fondamentale della formazione».