«Abbiamo sempre definito l’obbligo di green pass nei locali come una misura inutile sul piano sanitario, poiché priva di evidenze scientifiche a proprio favore, ed economicida sul piano aziendale. L’idea che una norma del genere possa proseguire anche oltre il 31 marzo, data che il Governo indica come fine dell’emergenza, è ridicolo. Certificato verde e restrizioni andrebbero eliminati già adesso per permetterci di ripartire davvero: sono due anni che sopportiamo, ora basta». Così l’associazione Ristoratori Veneto & Ho.re.ca. – nata nel giugno scorso, oltre 4mila attività rappresentate – cui da poco si è aggiunto il gruppo Estetiste & Parrucchieri Veneto e che vede adesso adesioni anche dal mondo delle discoteche.
Dopo «due anni di totali sacrifici, in cui è successo di essere definiti “untori” nonostante i contagi salissero anche quando il nostro comparto era chiuso, non possiamo più permetterci di dipendere dal “problema politica del green pass” né dai tentennamenti di una politica che parla di vaghe “road map” senza prendere una posizione chiara e aderente alla realtà», riflette Alessia Brescia, presidente e portavoce di Ristoratori Veneto. L’associazione domanda «quali siano i dati scientifici che giustificherebbero il protrarsi delle restrizioni» e rileva come «anche tra diversi esperti interpellati costantemente negli ultimi due anni emergono posizioni ben poco conciliabili con la linea esitante del Governo: vedi lo stesso Andrea Crisanti che, pochi giorni fa su Rai3 nella trasmissione Agorà, ha spiegato come le restrizioni in questo momento sono controproducenti».
«Ormai è palese come l’Italia sia al palo rispetto ad altri Stati che stanno uscendo dal tunnel delle restrizioni. E questo dovrebbe preoccupare tutti anche in vista della stagione estiva. Quale messaggio continuiamo a mandare all’estero, specialmente ora che Federalberghi parla di una Grecia con prenotazioni da tutto esaurito per il periodo di Pasqua e una Spagna già piena di turisti?», riflette l’associazione.
Il messaggio, condiviso anche con estetiste e parrucchieri associati, è che «fine marzo è lontana e le scelte del governo continuano ad avere forti ripercussioni economiche: andare avanti così è intollerabile, ora basta».