Le nostre richieste al Governo

Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca. nasce a Novembre 2020 dall’unione di semplici lavoratori che si sono uniti per tutelare il comparto ed i nostri dipendenti.

Abbiamo lavorato alacremente a delle richieste per noi indispensabili, non solo sul piano emergenziale ma anche con lo sguardo volto al futuro, le problematiche reali del settore hanno fatto nascere l’esigenza di stilare dei punti fondamentali presentati più  volte al governo nell’arco di questi mesi.

In parallelo alle proteste messe in campo da noi associati,  ci sono proposte di legge che andranno oltre questo grave periodo di crisi.

1Mai più chiusure di ristoranti e bar
Siamo stati per mesi privati del diritto al lavoro come fossimo la causa dei contagi anche se non esistevano evidenze scientifiche a sostegno di questa tesi. Per tutto il periodo che eravamo costretti alla chiusura abbiamo visto intorno a noi gente che mangiava in compagnia, senza problemi, nelle mense, negli alberghi, negli autogrill e nelle case private. Non capiamo perché nei nostri locali, dove erano stati adottati tutti i protocolli, non si potesse fare quello che la gente faceva normalmente altrove.
2Mai più coprifuoco
Come per le chiusure, anche per il coprifuoco non esistono evidenze scientifiche che lo giustificassero. Si affermava che sarebbe servito a ridurre i contatti e il numero delle interazioni ma invece portò solamente ad un aumento della circolazione delle persone nelle ore in cui era permesso circolare. In ogni caso è una violazione della libertà personale dell’individuo che la nostra Costituzione ammette solo in caso di guerra. Fortunatamente nessuno Stato ci aveva dichiarato guerra.
3Indennizzi a fondo perduto
Gli indennizzi che ci sono stati erogati sono irrisori e del tutto insufficienti a coprire le perdite subite. Riteniamo che sia necessario predisporre degli equi indennizzi a fondo perduto calcolati in modo proporzionale alle perdite subite mese su mese 2020 su 2019. I massimali devono essere previsti per unità operativa e non per partita iva indipendentemente dal volume del fatturato. Devono essere resi accessibili anche a tutte le start up del 2020 e del 2019 e a tutte le attività che per qualsiasi motivo hanno avuto periodi di chiusura nel 2019/2020 (malattia, lavori di ristrutturazione ecc…)
4Nuove norme per la rinegoziazione dei contratti di locazione
E’ fondamentale predisporre dei nuovi strumenti legislativi per tutto il periodo delle chiusure forzate e per il periodo della ripartenza che consentano alle imprese locatarie di superare la crisi attuale. Bisogna provvedere pertanto a: Blocco degli sfratti per tutto il 2022. Richiedere un adeguamento dei canoni di locazione in proporzione alle perdite e/o ai periodi di chiusura. E’ fondamentale che in questo caso, vista la situazione di emergenza, il Governo stabilisca dei parametri precisi per l’adeguamento del canone in base al fatturato senza lasciare alla discrezionalità dei giudici se stabilire uno sfratto, una risoluzione contrattuale o una riduzione del canone. Questo per avere in tutti i casi la stessa interpretazione. Aumentare all’80% il credito d’imposta per tutto il settore turistico e della somministrazione per tutti gli anni 2020/2021. Estenderlo fino al 31 lugilo anche per il settore della ristorazione ed equiparare il credito d’imposta previsto per gli affitti d’azienda. Tutto questo deve essere riconosciuto anche nel caso di pagamenti in ritardo rispetto agli esercizi di competenza e indipendentemente dalle perdite di fatturato. Nel caso di disdetta anticipata del contratto di locazione,da parte del locatore per morosità del locatario deve essere riconosciuta a quest’ultimo il diritto all’indennità di avviamento (ex art.34 della legge 392/78). Ovviamente la morosità deve essere causata da chiusure forzate certificabili e disposte dalle autorità per contenere la situazione pandemica. Ci pare equo ridurre la tassa sugli immobili (IMU) anche ai proprietari, non gestori delle attività, che subiscono una riduzione del canone di locazione.
5Calmerizzazione dei prezzi delle utenze (EE, GAS, ecc.)
E’ necessario, per aiutare le aziende nella fase della ripartenza, promuovere degli accordi quadro tra gestori/produttori ed Arera, l’Autorità di regolazione per energia ed ambiente, per ottenere dei prezzi calmierati e la rateizzazione delle bollette fino a 12 mesi, con uno sconto sia sulla quota energia sia sulle altre voci come oneri di trasporto ecc… comprese le accise. Si richiede anche la possibilità di cumulare, nelle rateizzazioni in corso, bollette scadute e non pagate successivamente alla sottoscrizione del Piano di Rateizzazione senza il decadimento del Piano stesso in caso di non pagamento regolare delle bollette corrente.
6Abolizione delle commissioni bancarie e del canone POS
Avendo posto il legislatore l’obbligo di accettazione di questi sistemi di pagamento riteniamo che le commissioni bancarie e il canone Pos a carico degli esercenti debba essere abolito o quanto meno subire una forte riduzione strutturale.
7Abolizione della lotteria degli scontrini
Una misura introdotta in piena emergenza per favorire l’uso dei pagamenti elettronici tracciabili, ma del tutto inutile perché dal punto di vista fiscale in quanto con il cashback già viene disincentivato l’uso del contante. Questa ulteriore misura è solo una perdita di tempo e costi di attivazione in più per gli esercenti.
8Robin Hood Tax
Alzare l’aliquota della Web Tax per ridurre il divario tra le tasse pagate dai piccoli esercizi di vicinato, oberati da mille balzelli, e quelle che interessano i grandi colossi del Web con sedi nei paradisi fiscali. Esenzione dal pagamento di Imposte, tributi e contributi per tutte le persone fisiche e giuridiche esercenti attività che hanno subito perdite a causa del periodo emergenziale. L’esenzione deve essere riconosciuta per tutto il 2020 e 2021 e deve riguardare anche i contributi INPS dei soci delle società interessate.
1Esenzione dal pagamento di Imposte, tributi e contributi
Per tutte le persone fisiche e giuridiche esercenti attività che hanno subito perdite a causa del periodo emergenziale. L’esenzione deve essere riconosciuta per tutto il 2020 e 2021 e deve riguardare anche i contributi INPS dei soci delle società interessate.
2Abolizione o sospensione temporanea del Durc
Riteniamo assolutamente incoerente obbligare, a causa di una situazione di emergenza sanitaria, interi comparti alla chiusura forzata, senza ricavi che permettano di sostenere i costi delle aziende e il sostentamento delle proprie famiglie e poi privarli anche degli aiuti perché non sono riusciti a pagare i contributi previdenziali e di conseguenza non sono in regola con il Documento unico di Regolarità Contributiva (Durc). E’ assolutamente indispensabile decretare la sua eliminazione o sospensione per gli anni 2020-2021
3Rinvio delle rottamazioni al 1° marzo 2022
4Defiscalizzazione e esonero contributivo
La defiscalizzazione e l’esonero contributivo per i prossimi 24 mesi sulle neo-assunzioni, non soltanto per dipendenti under 30 ma per tutti quelli ch’erano disoccupati da almeno 6 mesi o che percepiscono il reddito di cittadinanza.
5Riduzione contributiva in busta paga
La riduzione contributiva in busta paga di almeno il 50% sulla forza lavoro già in organico, per almeno 24 mesi, così da poter rilanciare i consumi.
6Ripristino dei Voucher
Le aziende del mondo della Ristorazione, dopo essere state forzatamente chiuse per mesi, oggi si trovano a non poter lavorare a regime a causa della carenza di personale. Cuochi e camerieri infatti, durante questo lungo periodo in cui si sono trovati in una situazione di incertezza e con una cassa integrazione che non arrivava, hanno preferito cercare occupazioni alternative. Per non parlare poi del reddito di cittadinanza. E’ più che mai necessario, in questo momento, aiutare le aziende attraverso strumenti che consentano le assunzioni in modo regolare ma flessibile. Chiediamo quindi la reintroduzione dei Voucher perlomeno per questo periodo di emergenza.
7Feste e Sagre
Da anni assistiamo allo svolgimento di feste e sagre che nulla hanno a che spartire con la valorizzazione dei prodotti del territorio e con le tradizioni locali. Feste che durano anche 2 o 3 settimane, e che hanno come unico scopo il ricavo. Chiediamo che le sagre vengano autorizzate solo quando sono realmente legate al territorio e non abbiano una durata superiore ad un weekend. Tutto quello che può essere equiparato ad una attività di ristorazione deve essere assoggettato alla medesima forma di tassazione e di obbligo contributivo per il personale, oltre ovviamente a sottostare alle stesse regole in materia di igiene e sicurezza.